Memos

  • Autor: Vários
  • Narrador: Vários
  • Editora: Podcast
  • Duração: 450:01:10
  • Mais informações

Informações:

Sinopse

Il podcast della trasmissione Memos di Radio Popolare

Episódios

  • Torino, 35 anni fa lo sciopero alla Fiat e la Marcia dei “40 mila”. Intervista con Diego Novelli.

    05/10/2015 Duração: 27min

    “Quel maledetto 1980”. Diego Novelli ha definito così quell'«anno che cambiò l'Italia» (dal sottotitolo del suo “1980”, pubblicato nel 2014 da Editori Riuniti). Novelli, sindaco di Torino dal 1975 al 1985, una vita dentro il Pci, giornalista all'Unità e ad Avvenimenti, è stato ospite oggi a Memos. Di quel “maledetto 1980” Novelli ci racconta una pagina importante, di cui è stato testimone diretto: i 35 giorni di sciopero alla Fiat, la storica protesta dei lavoratori contro i licenziamenti decisi dal Lingotto e poi l'epilogo di quella lotta con la marcia “antioperaia” per le strade di Torino di quadri, capiufficio, capireparto. «Quella precedente al 1980 è una fase di grandi speranze e di aperture – ricorda Novelli – che viene poi stroncata con tutti i mezzi nel 1980: con la mafia, la criminalità comune (la banda della Magliana), con i servizi segreti deviati, la P2, e poi il terrorismo nero e quello rosso». E' in questo quadro che Diego Novelli legge la storia di quella protesta operaia alla Fiat e le ragion

  • Lavoro, l'Italia riparte. Ma a termine. Intervista con Marta Fana e Domenico Tambasco.

    01/10/2015 Duração: 27min

    Una ripresa fragile dell'occupazione. Gli ultimi dati dell'Istat, riferiti al mese di agosto, descrivono un aumento dell'occupazione in Italia. Crescono gli occupati tra luglio e agosto di quest'anno (+69 mila), crescono anche tra il secondo e il terzo trimestre sempre di quest'anno (+91 mila), aumentano anche nell'anno tra agosto 2014 e agosto 2015 (+325 mila). Ma in due casi su tre (i dati riferiti al solo 2015) sono soprattutto i lavori a termine a crescere. «Si tratta di dati che ci dicono che la ripresa del mercato del lavoro è labile», racconta Marta Fana, economista dottoranda a SciencesPo a Parigi ospite oggi a Memos.«E' una fragilità – sostiene Fana - che si vede soprattutto dal tasso di occupazione che in Italia resta al 56%: su 100 persone in età lavorativa ci sono solo 56 occupati». Che cosa ha determinato questo aumento, fragile, degli occupati? Il Jobs Act, la decontribuzione per i nuovi assunti, la timida ripresa di questi mesi? Marta Fana ricorda che – da un punto di vista dell'analisi economi

  • Sanità, i tagli “inappropriati” alla salute. Intervista con Nerina Dirindin e Felice Roberto Pizzuti.

    30/09/2015 Duração: 27min

    Con la salute non si scherza, nemmeno quando si deve mettere mano al bilancio della sanità pubblica. Eppure, il taglio delle cosiddette “spese sanitarie inappropriate” - così come è stato congegnato dal governo – appare quanto meno bizzarro, perchè i risparmi di oggi rischiano di provocare maggiori costi domani, oltre che maggiori iniquità. Per tagliare il bilancio sanitario di un centinaio di milioni di euro, il governo ha previsto che su oltre 200 delle 1700 prestazioni sanitarie pubbliche possa scattare la tagliola dell'inappropriatezza: se la Tac che ti ha prescritto il tuo medico non era necessaria, inappropriata, allora te la paghi tu. Questo il criterio. Ma come si decide l'appropriatezza di una prestazione? Che fine farà la prevenzione, visto che i medici rischiano una sanzione se autorizzano una risonanza magnetica non necessaria? Memos ha ospitato oggi Nerina Dirindin, senatrice del Pd, studiosa di sistemi sanitari. Dirindin contesta – e per questa ragione non li ha votati – gli ultimi tagli decisi

  • Pietro Ingrao, le eresie di ieri. E quelle di oggi? Intervista con Miguel Gotor.

    29/09/2015 Duração: 27min

    I funerali di Pietro Ingrao si terranno domani a Roma, in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento. E' il luogo simbolo, e la sostanza, delle istituzioni democratiche. E Ingrao-uomo delle istituzioni, presidente della Camera tra il 1976 e il 1979, è uno dei profili di una biografia lunga un secolo. Da qui comincia la puntata di oggi con Miguel Gotor, storico, senatore del Partito democratico. Gotor ricorda come Ingrao, uomo delle istituzioni, decise di rinunciare alla sua carica di presidente della Camera nel '79 per dedicarsi alla sua ricerca sullo “Stato, culla o prigione”. «Lo Stato per Ingrao – racconta Gotor – può essere una gabbia o il luogo in cui le disuguaglianze, le differenze sociali, possono essere stemperate». Ingrao è stato un eretico nel proprio campo, sostenitore di un “diritto al dissenso” nel proprio partito, il Pci, quando il dissenso suonava come infedeltà, tradimento. Ma per Gotor, Ingrao non ha mai commesso «un peccato di infedeltà perchè il suo avvicinamento al Pci non avvenne mai su

  • “Salvare il capitalismo”, per il 99% e non per le oligarchie. Intervista con Robert Reich.

    28/09/2015 Duração: 30min

    Robert Reich, economista, ex ministro del lavoro dell'amministrazione Clinton dal 1992 al 1996, ha appena pubblicato un libro, uscito in Italia con il titolo “Come salvare il capitalismo”. Il sottotitolo dell'edizione americana (“for the many, not the few”) specifica che l'obiettivo di Reich è un salvataggio del capitalismo orientato a favore di quel 99% della popolazione che oggi subisce la concentrazione delle ricchezze, l'influenza schiacciante dell'élite finanziaria sulla politica. Salvare il capitalismo per Robert Reich è una questione di democrazia. Qual è la terapia contro la disuguaglianza? Reich propone di mettere le mani laddove le disuguaglianze si generano, e cioè nei meccanismi fondamentali del capitalismo: si tratta delle leggi che regolano i contratti, la proprietà intellettuale, i fallimenti e che assicurano rendimenti crescenti alla grandi corporation e a Wall Street. Sono leggi che l'establishment finanziario riesce ad imporre ad una politica fin troppo “sensibile” a quegli interessi partico

  • Caso Volkswagen, così fan tutte? Intervista con Sandro Trento e Raimondo Orsini.

    24/09/2015 Duração: 28min

    L'imbroglio della Volkswagen (VW) è un caso globale, perchè coinvolge soggetti di dimensione mondiale: il governo americano (attraverso l'Epa, l'agenzia per la protezione ambientale) che denuncia la truffa; l'azienda tedesca che imbroglia, e ammette l'imbroglio, è il primo produttore mondiale di auto; il governo di Berlino attraverso il land tedesco della Bassa Sassonia, azionista di VW. Sotto traccia c'è uno scontro tra Washington e Berlino che permette agli Usa, vittima della truffa, di acquisire un “credito” - fino a prova contraria - nei confronti della Germania. Un credito che potrebbe pesare in dossier aperti importantissimi tra Europa e Stati Uniti, come ad esempio le trattative per il Ttip (il trattato euro-americano su ambiente, salute, alimentazione, diritti). In cosa consiste l'imbroglio Volkswagen? Quanto era diffuso il doppio standard dei test in laboratorio e su strada? Quanto è a rischio il modello tedesco di cogestione di alcune grandi imprese (privato-pubblico con i sindacati nella governanc

  • Napoli trent'anni dopo l'omicidio di Giancarlo Siani. Con Ottavio Ragone e Biagio De Giovanni.

    23/09/2015 Duração: 27min

    Napoli sta ricordando in queste ore un suo cittadino, un giovane di 26 anni, cronista del Mattino, ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985 per aver scritto e denunciato gli affari delle cosche. Stiamo parlando di Giancarlo Siani. Trent'anni dopo l'omicidio Siani Napoli è ancora un territorio dove la camorra può mostrare il suo potere criminale. Oggi a Memos con Ottavio Ragone, capo della redazione napoletana di Repubblica, abbiamo ricordato la figura di Giancarlo Siani, “giornalista precario, senza contratto”, testimone civile del degrado sociale e politico di quegli anni. E poi con il filosofo Biagio De Giovanni, già rettore dell'Università degli studi di Napoli “L'Orientale”, abbiamo visto la Napoli di questi giorni, una città in cui ancora oggi “la camorra è un dato costitutivo”, per usare le parole recenti della presidente della Commissione antimafia Rosi Bindi. “La camorra di oggi non è più quella di trent'anni fa – racconta De Giovanni - . E' una camorra polverizzata a fronte di una politica che n

  • L'Europa frana sulla conta dei rifugiati. Intervista con Colin Crouch.

    22/09/2015 Duração: 28min

    Soltanto tre anni fa all'Unione Europea veniva assegnato il premio Nobel per la pace e oggi l'Europa rischia di finire nell'abisso dell'egoismo. L'Europa premiata per il suo “contributo alla costruzione di un continente di pace e di riconciliazione” (come recita la motivazione del Nobel), oggi riserva barriere di filo spinato e guardie armate a chi arriva ai propri confini dopo essere scappato dalla guerra. Non basta l'inattesa mossa della cancelliera tedesca Merkel, l'accoglienza offerta per qualche giorno ai rifugiati tra i binari della stazione di Monaco di Baviera. Non basta per compensare le liti successive, e di questi giorni, sulle quote di accoglienza. Domani ci sarà il vertice dei leader europei per decidere sulle quote. “E' l'ultima possibilità per l'Europa per dare una risposta coerente e solidale alla crisi”, ammoniva ieri l'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati. Com'è possibile? Colin Crouch, sociologo, professore emerito all'Università di Warwick in Gran Bretagna – ospite di Memos – dà una

  • Tsipras raddoppia. E la Grecia spera, fino a quando? Intervista con Massimo D'Antoni.

    21/09/2015 Duração: 30min

    Il nuovo governo Tsipras si insedierà nei prossimi giorni, dopo la vittoria di Syriza nelle elezioni di ieri. Una vittoria importante perchè conferma che c'è ancora una maggioranza dell'elettorato disposta a dare fiducia al leader della sinistra greca. La situazione economica e sociale in Grecia resta però drammatica e il durissimo “Memorandum” – l'accordo firmato proprio da Tsipras con le istituzioni europee – prevede nuove, massicce dosi di austerità. E Tsipras dovrà somministrarle ai suoi concittadini. Cosa accadrà nelle prossime settimane? Quanta austerità può ancora sopportare la società greca? Esistono cosiddetti “Piani B”, di cui una parte della sinistra europea sta discutendo da tempo (da Varoufakis a Melenchon, da Lafontaine a Fassina), che propongono l'uscita dall'euro: possono funzionare come alternative all'austerità o rischiano di frantumare il progetto europeo nelle vecchie logiche degli stati nazionali? Memos ne ha parlato oggi con Massimo D'Antoni, economista all'Università di Siena. D'Antoni

  • Eurexit 4, alle origini della crisi non solo greca. Intervista con Mariana Mazzucato.

    02/07/2015 Duração: 28min

    Dalla crisi in Grecia alla Cassa Depositi e Prestiti in Italia. E' lunga la strada che porta da un estremo all'altro, ma Mariana Mazzucato – ospite oggi a Memos – la percorre tutta d'un fiato. Il vero problema dell'Europa, secondo l'economista dell'Università del Sussex, è quello di avere una classe dirigente che ha sbagliato la terapia contro la crisi: anziché investire ha pensato solo a tagliare. E sulla Grecia è stata sbagliata anche la diagnosi: a mandare in crisi Atene non è stato un problema di liquidità (carenza di prestiti per spendere), ma di solvibilità (incapacità di crescere per finanziare investimenti). I sistemi virtuosi del Nord-Europa, invece - secondo Mazzucato – fanno vedere che se ci sono banche pubbliche capaci di prestare denaro a lungo termine alle aziende, allora si stimola innovazione e crescita. Ci vogliono investimenti e non tagli, ripete l'economista. Perchè allora la Troika, il governo tedesco, hanno sempre chiesto altro alla Grecia? Il ragionamento di Mazzucato porta ad individuar

  • Eurexit 3, uscire dall'austerità senza spaccare l'euro. Intervista con Barbara Spinelli e Stefano Sylos Labini.

    01/07/2015 Duração: 26min

    Proposte respinte, controproposte avanzate e bocciate, nuove proposte offerte come ultima chance prima di un presunto baratro. E' una partita politica complessa quella che si sta giocando tra Atene e Bruxelles, passando per Berlino e Francoforte. Da oggi il secondo piano di aiuti della Troika (Commissione europea, Bce, Fmi) alla Grecia non esiste più. E' scaduto ieri 30 giugno, non è stato rinnovato, così come il governo greco ha lasciato scadere – senza pagarla - la rata del prestito ottenuto dal Fmi. Esisterà un terzo piano di aiuti alla Grecia da parte delle istituzioni internazionali? Sarà solo un piano europeo, senza il Fmi, come vorrebbe il governo Tsipras (attraverso il fondo salva-stati, Esm)? Il governo tedesco vuole aspettare il referendum di domenica prossima in Grecia prima di compiere qualunque nuovo passo verso Atene: la cancelliera Merkel spera che l'esito referendario spazzi via il governo Tsipras. Secondo i calcoli della cancelleria di Berlino, senza Syriza al governo in Grecia sarà più facil

  • Eurexit 2, l'Europa delle porte girevoli? Intervista con David W. Ellwood e Emiliano Brancaccio.

    30/06/2015 Duração: 26min

    Tradito da un referendum? Il presidente della Commissione europea Juncker ha detto di sentirsi “tradito” dalla decisione di Tsipras di indire il referendum sulla proposta dei creditori del governo di Atene. Eppure non ha avuto lo stesso effetto - su Juncker - l'annuncio del referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. E' vero, Cameron non è Tsipras. E in effetti non tutti i referendum sono uguali nell'Europa delle “sliding doors”, quelle porte girevoli attraverso le quali si può uscire dall'Unione europea (Gran Bretagna) o essere espulsi dall'euro (Grecia). Memos ne ha parlato con David W. Ellwood, storico dell'Università Jonh Hopkins di Bologna. Ospite della trasmissione di oggi anche l'economista Emiliano Brancaccio. L'uscita dall'euro di un paese – sostiene Brancaccio – è tutt'altro che un percorso definito e scontato. Soprattutto non è chiaro se l'uscita dall'Unione monetaria europea sia una decisione in capo solo al paese “uscente”, che rinuncia ad utilizzare una valuta, oppure se sia possibile un

  • Eurexit 1, quando l'Europa lascia se stessa alla deriva. Intervista con Alberto Gallo e Luca Fantacci.

    29/06/2015 Duração: 27min

    Può apparire bizzarro, ma più che di Grexit bisognerebbe parlare in questi giorni di Eurexit. E' l'Europa (o meglio i vertici di questa Europa, Merkel Juncker e Draghi) che sta rischiando di abbandonare se stessa, di lasciarsi andare alla deriva. E' l'Europa che esce da se stessa, se così si può dire. Altro che Grecia che rischia di uscire dall'euro! Da qualunque parte la si guardi è difficile trovare una giustificazione - di quanto sta accadendo in questi giorni - nella ragione sociale dell'Europa vista fin qui, così come l'hanno definita nei decenni i vari Spinelli e Prodi, Schuman Delors e Mitterand oppure Adenauer Schmidt e Kohl. Eppure, di queste “icone dell'Europa” (tutte al maschile), Merkel Hollande Juncker & Co. si sentono eredi politici. Ma evidentemente non basta. La Grecia – e la sua sfida politica contro l'austerità – sta provocando un'amnesia continentale: ai leader di oggi è svanita la memoria degli ultimi 70 anni di storia dell'Europa. L'Europa uscita distrutta dalla guerra e l'Europa spez

  • Le grandi manovre sulle telecomunicazioni: Renzi, Telecom Italia, i francesi di Vivendi e Mediaset. Intervista con Gianni Dragoni.

    25/06/2015 Duração: 27min

    La frontiera di Ventimiglia questa volta è rimasta aperta: nessun ostacolo, nessuna barriera. Anzi, potremmo dire che sono stati srotolati tappeti rossi per consentire un facile e agevole passaggio dalla Francia all'Italia. Non parlo di persone, ma di capitali. Perchè da ieri il colosso francese delle comunicazioni, Vivendi, è diventato il primo azionista, l'azionista di riferimento, di Telecom Italia. Un'operazione complessa preparata da mesi e che ieri ha avuto la certificazione conclusiva. La società francese Vivendi, controllata dal finanziere Vincent Bollorè, ha il 14,9% di Telecom Italia. E' la prima volta che Telecom Italia ha come azionista di riferimento un soggetto non italiano. Memos di oggi ha ospitato il giornalista del Sole 24 Ore Gianni Dragoni (insieme a Patrizio Bianchi, economista, e Alfonso Fuggetta, informatico del Politecnico di Milano) per descrivere i pezzi di un puzzle che sta ridefinendo i confini di un vero e proprio intreccio “politico e industriale”. Si tratta delle relazioni tra l

  • Il sistema “mafio-corruzione”: come cambiano i poteri criminali in Italia. Intervista con Roberto Scarpinato.

    24/06/2015 Duração: 29min

    Roberto Scarpinato è il procuratore generale di Palermo. Si è occupato di alcuni dei più noti processi di mafia degli ultimi 25 anni: da quello a carico di Giulio Andreotti (l'Andreotti complice della mafia fino al 1980), a quelli per gli omicidi Lima, Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa e poi le indagini sui progetti di eversione sottostanti alla stragi del '92/93. Scarpinato ha un'idea precisa della storia d'Italia: non la si può conoscere fino in fondo se non si conosce anche il suo lato “osceno”, fuori dalla scena, cioè la criminalità del potere. Il magistrato racconta in questa intervista a Memos le trasformazioni della mafia in questi anni, i suoi mutamenti attraverso il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. Le mafie si sono trasformate anche a causa della crisi economica. Ma le mafie non si possono combattere fino in fondo se non si combatte la corruzione. «Assistiamo – racconta Scarpinato – ad una proliferazione di sistemi criminali che noi chiamiamo “mafio-corruzione”: l'incontro a mezza stra

  • Accordo Grecia, cosa manca all'Europa per firmarlo? Intervista con Alessandro Politi.

    23/06/2015 Duração: 26min

    Siamo vicini ad un accordo sulla Grecia. Mancano ancora pezzi importanti, come la gestione del debito di Atene: verrà ristrutturato, in parte, oppure no? Molto dipenderà, ancora una volta, dal governo di Berlino. L'ospite di oggi a Memos è Alessandro Politi, analista politico e strategico. «La cancelliera tedesca Merkel – sostiene Politi - non è il solo kingmaker del momento. In queste ore c'è anche la Bce che sta diventando molto più importante, anche del Fondo monetario internazionale. La crisi di oggi è iniziata come crisi economico-finanziaria, perchè l'assalto all'euro è stato di tipo finanziario dopo il crack del 2006. Dopodichè oggi quella crisi – apparentemente solo greca – è diventata la crisi del progetto politico europeo. Perfino la clausola di solidarietà del Trattato di Lisbona è stata completamente ignorata nello spirito e nella lettera. Se l'Unione europea non è capace di esprimere un progetto politico allora diventerà una grande Bosnia».

  • Papa Bergoglio e la sua ultima enciclica: ecologia integrale, dialogo parziale.

    22/06/2015 Duração: 26min

    L'enciclica di papa Bergoglio “Laudato Si” letta da un sociologo, Luciano Gallino, e da un filosofo, Orlando Franceschelli. Gallino affronta la denuncia del papa sul “salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, che (...) riafferma un dominio assoluto della finanza”. «La presa di posizione del papa – sostiene il sociologo – è un fatto positivo. In Europa, comunque, siamo di fronte ad un grave paradosso: da una lato c'è una letteratura sterminata, molto rigorosa, che racconta che il dominio della finanza è una dittatura che non si era mai vista; dall'altro i governi e le istituzioni europee continuano ad avallare e sostenere il dominio della finanza». Il filosofo Franceschelli si sofferma invece su un doppio aspetto: l'appello di Bergoglio alla cura della “casa comune”- che il filosofo definisce condivisibile - e i riferimenti al dialogo, anche con i non credenti, che per Franceschelli invece presentano aspetti contraddittori. «Bergoglio fa sorgere il timore – sostiene il

  • Calvino e la Resistenza, Malala e il diritto allo studio. E' la maturità 2015.

    17/06/2015 Duração: 27min

    Mezzo milione di studenti alla prova dell'esame di maturità. Primo test oggi, lo scritto di italiano. Le tracce del Miur (il ministero dell'istruzione) non hanno ignorato la ricorrenza del 70esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Due le tracce: l'analisi del testo dal primo romanzo di Italo Calvino - “Il sentiero dei nidi di ragno” - e la storia del generale dell'esercito regio Dardano Fenulli, passato con la Resistenza dopo l'8 settembre e tra le vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Tra i temi proposti per l'argomento scientifico un brano tratto dal libro “Dove sei? Ontologia del telefonino” del filosofo Maurizio Ferraris. Il professor Ferraris è stato uno degli ospiti di oggi a Memos. Alla puntata hanno partecipato anche gli storici Alberto De Bernardi, dell'università di Bologna, e Angelo D'Orsi dell'università di Torino.

  • Renzi, il velocista si è fermato. Intervista con Fabio Bordignon.

    16/06/2015 Duração: 26min

    Dal 40,8% a molto meno. Mettiamola così. La parabola di Renzi, ad un anno dal successo alle elezioni europee, è in discesa. Lo dicono anche gli ultimi risultati dei ballottaggi per i sindaci. Brucia la sconfitta a Venezia, non solo per i renziani, ma anche per la minoranza del partito: il candidato sconfitto dalla destra, il senatore Felice Casson, è infatti uno dei maggiori esponenti di quella minoranza composita del Pd. L'ospite di oggi a Memos è Fabio Bordignon, sociologo, insegna all'Università di Urbino, fa parte di Demos, l'Istituto di ricerca politica e sociale fondato da Ilvo Diamanti. E' l'autore di: “Il partito del capo. Da Berlusconi a Renzi” (Maggioli, 2013). «Il velocista si è fermato – racconta Bordignon – ed è la prima volta che succede. Sia alle elezioni regionali che agli ultimi ballottaggi per le comunali c'è stato un netto passo indietro. E' venuto meno il mito del leader invincibile, un mito autoalimentato dalla stessa narrazione renziana».

  • Grecia e profughi: perchè l'Europa ha bisogno di trasformare la politica in emergenze?

    15/06/2015 Duração: 28min

    Oggi proviamo a mettere insieme i pezzi di un ragionamento che portano da Atene, dal governo Tspiras, alla frontiera franco-italiana di Ventimiglia, dalla stazione centrale di Milano alle stanze della Commissione europea di Bruxelles. L'ospite di Memos è Mario Deaglio, economista, ha insegnato per anni economia internazionale all'Università di Torino. A lui abbiamo girato un paio di interrogativi che tengono insieme la vicenda greca di questi mesi con la frontiera di Ventimiglia di queste ultime ore, dove alcune decine di profughi sono stati respinti dalle autorità francesi. Com'è possibile che i 5 miliardi di euro che il governo di Atene deve al FMI e alla Bce (1,5 miliardi entro il 30 giugno più altri 3,5 miliardi il 20 luglio) stiano rischiando di far saltare la moneta unica, quando sono stati spesi centinaia di miliardi di euro di denaro pubblico dall'inizio della crisi? Com'è possibile che alcune centinaia di persone – richiedenti asilo degne di ogni rispetto e aiuto – stiano mettendo in subbuglio un i

página 41 de 47