Sinopse
Dall'incipit del libro:
"Non si stava male in quella pensione. Eravamo sette: sei uomini e una donna. La donna si chiamava Eulalia, mi pare; Eulalia Delfranco; non bella e non brutta, vestiva con accuratezza, compariva silenziosa all’ora di tavola e di rado faceva udir la sua voce, se non le si rivolgeva la parola. Usciva spesso, ritornava tardi, aveva abitudini guardinghe e silenziose. Subito ci aveva fatto comprendere che sarebbe stato inutile tentar di sedurla. L’ho incontrata parecchie volte in istrada; e l’eleganza della sua linea, la disinvoltura del suo parlare quand’era accompagnata da un uomo o da un’amica, mi sono sempre parse in contrasto curioso con l’atteggiamento cauto e dimesso in cui si ammantava quand’era con noi.
Gli uomini: due impiegati, due ufficiali, il principe e io. Il principe vantava una trentina di titoli nobiliari; non credo che a ciascuno corrispondesse un milione, ma doveva tuttavia esser ricco. Sottile come un ago, testa piccola, volto ovale con piccola barba bionda; mani bellissime. Entrava, sorrideva a tutti, parlava cortesemente, fingeva di non accorgersi che qualcuno mangiava male col coltello in bocca ad ogni istante o con lo stuzzicadenti sempre tra le dita. Se ne andava pel primo: dopo colazione tornava nelle sue stanze; la sera qualche volta a teatro, qualche volta a far visita. Ma lo udivo rincasare sempre prima di mezzanotte."
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