Sinopse
Un racconto post-apocalittico
Jack London è un visionario, un "creatore" di storie, un inventore che ad ogni tratto di penna riesce a dipingere un mondo a se stante: profetico, sarà l'antesignano di un genere che vedrà la sua fortuna durante tutto l'arco della storia ma, soprattutto, in questi nostri giorni dove il germe, invisibile nemico dell'uomo, si cela dietro ogni paura, continuamente affrontato dalla scienza medica ma mai del tutto sconfitto.
“La peste scarlatta”, racconto post-apocalittico, ambientato nel 2073, in un'epoca successiva all'arrivo di una grande pestilenza, detta “Morte Scarlatta”, affronta uno dei temi più cari a London, quello della lotta per la vita, nella quale sembra prevalere sempre il più forte, il più spietato, con una natura che piega e umilia l'uomo e la sua morale, mostrandogli che a vincere sono proprio coloro che sanno farsi creature selvagge e ignorare i sentimenti più nobili.
A raccontare la storia del declino della civiltà ad un gruppo di giovani barbari suoi discendenti, sulla spiaggia di una desertica San Francisco, è l'ultimo uomo a ricordare quanto accaduto, l'ormai anziano James Howard Smith, ex-insegnante universitario, sopravvissuto solo perché fra i rarissimi fortunati, solo uno su un milione, ad essere immune al terribile morbo.
Un ottimo racconto, la cui lettura è indispensabile, per capire la visione del mondo da parte di uno scrittore americano così riconosciuto come Jack London. Non solo: non sarà forse un accenno al capitalismo imperialista il gran Consiglio dei Magnati dell’Industria di cui più volte parla il protagonista?